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- Estremi:
- Cassazione penale, 2018,
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Fatto
RITENUTO IN FATTO1. La Corte d'appello di Milano ha confermato la sentenza di prima cura, che aveva condannato D.L.G. e B.S. per reati connessi al fallimento del (OMISSIS) s.c.p.a. (già (OMISSIS)), dichiarato il 16/4/2009.
1.1. D.L. è stato condannato per avere, nella qualità di Direttore Generale del Consorzio dal 26/1/2005 al 21/5/2007:
- distratto o dissipato somme varie, di rilevante ammontare (vari milioni di Euro), trasferendole nella disponibilità di soggetti vari senza giustificazione alcuna, o con giustificazione pretestuosa (capo aa, da n. 1 a n. 8);
- cagionato o concorso a cagionare il dissesto societario mediante falsi in bilancio relativi agli anni 2004, 2005 e 2006, che avevano alterato in modo sensibile la rappresentazione della situazione economica e finanziaria della società (capo ab);
- cagionato il fallimento della società per effetto di operazioni dolose, consistite nell'aver...
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Diritto
CONSIDERATO IN DIRITTO Il ricorso proposto nell'interesse di D.L. è inammissibile, per le ragioni di seguito esposte.
1. La prima critica mossa alla sentenza impugnata è quella di aver valorizzato il ruolo dell'imputato nella società (quello di direttore generale) senza tener conto del fatto che D.L. si limitava ad eseguire le direttive del Consiglio di Amministrazione e non poteva essere ritenuto, per via del ruolo ricoperto, il "vero signore della società". Trattasi di critica che - oltre a non tener conto del ruolo, compiutamente esposto in sentenza, di D.L. nei singoli atti di gestione - ignora persino il dato normativo, costituito dal fatto che tra i soggetti attivi dei reati fallimentari vi è proprio il direttore generale (art. 223 L. Fall.), che riveste un ruolo apicale nelle società di capitali ed è tenuto al rispetto delle leggi e dello statuto societario al pari degli amministratori. La sua posizione è infatti assimilata per legge...