• Estremi:
    Cassazione civile, 2017,
    • Fatto

      FATTI DI CAUSA

      La controversia concerne l'impugnazione di avvisi di pagamento per il canone di occupazione di suolo pubblico (COSAP) dovuto in relazione ad impianti pubblicitari:

      a) di tipo "permanente" (di durata annuale o pluriennale) installati negli anni 2000 e 2001, il cui canone per la società contribuente era stato illegittimamente calcolato a metro quadro, invece che a metro lineare;

      b) di tipo "temporaneo" (c.d. "strutture provvisorie") installati negli anni 2000, 2001 e 2002, rispetto ai quali l'ente locale era decaduto per non aver fatto richiesta del canone al momento della concessione.

      La società attrice affermava, inoltre, di aver corrisposto per l'anno 2003 il canone relativo a mezzi "temporanei" poi non esposti e ne chiedeva il rimborso (o in subordine la compensazione con quanto eventualmente dovuto).

      Il Tribunale adito, in parziale accoglimento del ricorso, dichiarava non dovuti gli...

    • Diritto

      RAGIONI DELLA DECISIONE

      1. Preliminarmente deve ritenersi tempestivo il ricorso principale, applicandosi il termine di sei mesi di cui alla nuova formulazione dell'art. 327 c.p.c. solo ai giudizi instaurati dopo il 4 luglio 2009, mentre nella fattispecie il giudizio è stato introdotto con atto di citazione notificato il 19 febbraio 2008 (v. Cass. n. 19969 del 2015).

      2. Con i due motivi del ricorso principale, che possono essere valutati congiuntamente per ragioni di connessione logica, l'ente locale censura, sotto più profili di violazione di legge - violazione D.Lgs. n. 446 del 1997, art. 63, artt. 2, 3 e 25 Regolamento comunale COSAP, art. 2946 c.c., D.Lgs. n. 507 del 1993, art. 9, comma 7, (primo motivo) e violazione art. 1236 c.c. (secondo motivo) - nonchè sotto il profilo del vizio di motivazione, la decisione del giudice di merito di ritenere decaduto il Comune dalla pretesa del canone per non averlo liquidato e richiesto al...



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