• Estremi:
    Cassazione civile, 2009,
    • Fatto

      SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

      Con ricorso presentato alla commissione tributaria provinciale di Roma i coniugi S.V. e V.M. impugnavano l'avviso di accertamento per Irpef ed Ilor per l'anno d'imposta 1989, fatto loro notificare dall'ufficio delle imposte di questa città a seguito della cessione di un ristorante per il plusvalore, costituito dall'avviamento commerciale e dalle attrezzature varie. I contribuenti rappresentavano di non essere tenuti al pagamento di tali tributi, in quanto l'attività d'impresa era di carattere familiare, posto che quel locale era gestito solo dal marito, con la collaborazione del fratello Dino; semmai la prima imposta doveva essere corrisposta in proporzione alla ripartizione degli utili pro- quota, mentre la seconda comunque non era dovuta, trattandosi di attività svolta prevalentemente con il lavoro proprio rispetto al capitale; in ogni caso...

    • Diritto

      MOTIVI DELLA DECISIONE

      Preliminarmente va rilevato che il Ministero non era stato parte nel giudizio di secondo grado, e perciò non poteva impugnare la sentenza del giudice di appello; pertanto il ricorso proposto dallo stesso è inammissibile per difetto di legittimazione.

      Invero in tema di contenzioso tributario, una volta che l'appello avverso la sentenza della commissione provinciale era stato proposto soltanto dall'ufficio periferico dell'agenzia delle entrate, succeduta a titolo particolare nel diritto controverso al Ministero delle finanze nel corso del giudizio di primo grado, e la società contribuente aveva accettato il contraddittorio nei confronti del solo nuovo soggetto processuale, il relativo rapporto si svolgeva soltanto nei confronti dell'agenzia delle entrate, che ha personalità giuridica ai sensi del D.Lgs. n. 330 del 1999, e che era divenuta operativa dal 1.1.2001 a...



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